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Santa Rosalia

Durata:

8 Giorni / 7 notti

Città:

Palermo - Cefalù - Santo Stefano Quisquina - Bivona - Agrigento

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8 Giorni / 7 notti Palermo - Cefalù - Santo Stefano Quisquina - Bivona - Agrigento

Un itinerario emozionale legato alla patrona Santa Rosalia. Che può abbracciare il Festino del 14 luglio – che quest’anno sarà speciale visto che cade la sua 400° edizione – oppure l’“acchianata” dei fedeli su Montepellegrino, la notte tra il 3 e il 4 settembre. Esperienze da veri insider tra tradizione e sapori, visto che in quei giorni si possono assaggiare piatti e street food quasi dimenticati. Sono comprese puntate nei borghi autentici legati alla patrona, da Santo Stefano di Quisquina e Bivona, ma anche visite alla normanna Cefalù e alla Valle dei Templi di Agrigento.

Non si può dire di conoscere realmente Palermo, se non si partecipa almeno una volta al Festino. Che non è solo un corteo al seguito del “Carro” trionfale, non è uno spettacolo da centinaia di migliaia di persone, non è immersione nella tradizione, non è street food dimenticato. È tutto questo e molto di più: a Palermo il Festino – che quest’anno sarà speciale perché è la 400° edizione – si prepara per mesi, nella case si discute sulla bellezza del Carro o della statua, sui narratori e le musiche, sulla spettacolarità dei fuochi d’artificio che inondano il mare, e a cui si assiste addirittura dalle barche. La patrona è ancora molto venerata e al fianco della giornata del 14, si può seguire il 15 il programma religioso con i cortei delle confraternite. La storia è nota: Rosalia, fanciulla di nobile casato, fugge la corte normanna e inizia la sua vita da eremita prima in una caverna a Santo Stefano di Quisquina, poi su Montepellegrino. Passano 400 anni e a Palermo nel 1624 scoppia la peste. La città è in ginocchio, Rosalia appare in sogno prima a una appestata e poi ad un cacciatore: indica dove ritrovare le sue ossa che, portate in processione, liberano la città dall’epidemia.

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Un itinerario emozionale legato alla patrona Santa Rosalia. Che può abbracciare il Festino del 14 luglio – che quest’anno sarà speciale visto che cade la sua 400° edizione – oppure l’“acchianata” dei fedeli su Montepellegrino, la notte tra il 3 e il 4 settembre. Esperienze da veri insider tra tradizione e sapori, visto che in quei giorni si possono assaggiare piatti e street food quasi dimenticati. Sono comprese puntate nei borghi autentici legati alla patrona, da Santo Stefano di Quisquina e Bivona, ma anche visite alla normanna Cefalù e alla Valle dei Templi di Agrigento.

Non si può dire di conoscere realmente Palermo, se non si partecipa almeno una volta al Festino. Che non è solo un corteo al seguito del “Carro” trionfale, non è uno spettacolo da centinaia di migliaia di persone, non è immersione nella tradizione, non è street food dimenticato. È tutto questo e molto di più: a Palermo il Festino – che quest’anno sarà speciale perché è la 400° edizione – si prepara per mesi, nella case si discute sulla bellezza del Carro o della statua, sui narratori e le musiche, sulla spettacolarità dei fuochi d’artificio che inondano il mare, e a cui si assiste addirittura dalle barche. La patrona è ancora molto venerata e al fianco della giornata del 14, si può seguire il 15 il programma religioso con i cortei delle confraternite. La storia è nota: Rosalia, fanciulla di nobile casato, fugge la corte normanna e inizia la sua vita da eremita prima in una caverna a Santo Stefano di Quisquina, poi su Montepellegrino. Passano 400 anni e a Palermo nel 1624 scoppia la peste. La città è in ginocchio, Rosalia appare in sogno prima a una appestata e poi ad un cacciatore: indica dove ritrovare le sue ossa che, portate in processione, liberano la città dall’epidemia.